Tatsumi Hijikata fonda la danza butoh per una rivoluzione del corpo

Tatsumi Hijikata fonda la danza butoh per una rivoluzione del corpo

Tatsumi Hijikata fonda la danza butoh per una rivoluzione del corpo 1400 1000 Damiano Fina

Tatsumi Hijikata è il fondatore della danza butoh 1959, assieme a Kazuo Ohno, nasce nel 1928 e muore nel 1986. Il tempio della sua danza fu l’Asbestokan, lo studio di cui divenne direttore nel 1962. Molte forme della sua danza sono raccolte nei suoi quaderni di appunti e forme cominciati nel corso degli anni Settanta e terminati nel 1985: butoh-fu.

Yoshito Ohno fece visita a Tatsumi Hijikata poco prima di morire e dichiarò che il fondatore della danza butoh gli aveva confessato di temere solamente Dio, ma le sue ultime parole furono: “Nei miei ultimi momenti, la luce di Dio…”

La rivoluzione del corpo di Tatsumi Hijikata

Tatsumi Hijikata

Tatsumi Hijikata

Alla fine degli anni Cinquanta in Giappone molti giovani artisti sono insofferenti rispetto alla cultura mainstream e vivono un movimento di ribellione. Ribellandosi al corpo sociale, con i ruoli ad esso assegnati nella società organizzata del Giappone postbellico, il corpo per Tatsumi Hijikata è quello fatto di carne, materico, scandaloso: il nikutai.

Contro la razionalità di un Giappone che corre per diventare superpotenza mondiale, Tatsumi Hijikata porta sul palco la rivoluzione della carne. Un corpo dionisiaco che distrugge le armonie tipiche del balletto e riporta la danza e la cultura giapponese alle loro origini disinibite e connesse con la natura attraverso il movimento, la musica e la trance.

Con la danza butoh di Tatsiumi Hijikata crollano i moralismi, le distinzioni tra bello e brutto, l’elegante e l’osceno, il buffo e il grottesco, il maschile e il femminile, il giovane e il vecchio, l’amore e la morte. La rivoluzione del corpo è una rivoluzione che coinvolge gli stessi artisti di questi anni, che intessono rapporti con Tatsumi Hijikata, come Yukio Mishima, Hosoe Eiko, Shibusawa Tatsushiko, Sato Makoto.

Il corpo butoh secondo Tatsumi Hijikata

Il corpo del danzatore butoh è “un cadavere che si tiene disperatamente in piedi”. Il movimento e la danza di Tatsumi Hijikata studiano i corpi martoriati dalla guerra e dalla tragedia nucleare, si interessano ai movimenti del periodo pre-natale, dei corpi diversamente abili, degli impulsi erotici non conformi al moralismo sociale, portando sulla scena una carnalità perturbante.

Fonte di ispirazione per Tatsumi Hijikata sono il movimento Dada, il teatro di Artaud, Jean Genet, che condurranno in Europa al movimento della Performance Art. A queste influenze occidentali associa il ritorno alla tradizione antica giapponese, con le danze sciamaniche e le estasi che riconducono le radici rituali del Giappone agli stessi riti che si svolgevano nell’antica Grecia.

Il mondo dell’oscurità viene associato al Tohoku, una regione rurale al nord del Giappone caratterizzata da estati brevi e lunghi inverni. I corpi nel fango e nel vento del Tohoku sono la fonte di ispirazione principale per la danza dell’oscurità di Tatsumi Hijikata. È proprio nel fango che nel corpo avviene qualcosa di strano, che lo riconduce alle sue origini materiche e ancestrali.

La prima danza di Tatsumi Hijikata prevedeva lo scurimento della pelle con il colore nero. Anche il corpo portato in scena nella prima performance ufficiale butoh Kinjiki del 1959 prevedeva il corpo di Tatsumi Hijikata scurito di nero. La sua performance manifesto è Nikutai no hanran del 1969, con la quale esperime il suo impegno verso il restauro dell’identità nativa giapponese del Tohoku. Si tratta di una performance rituale tra le cui immagini si staglia quella di un Tatsumi Hijikata che entra in scena indossando un fallo dorato durante una danza rituale con i lunghi capelli neri sciolti. Questo dettaglio della performance testimonia il suo apprezzamento nei confronti del saggio La nascita della tragedia di Nietzsche.

Il suo impegno artistico consisteva nella volontà di rianimare con vitalità lo scheletro sociale tramite la sensualità, la provocazione, in un manifesto artistico di resistenza.

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Damiano Fina

Performer, philosopher and lecturer, Damiano Fina promotes the exercise of contemplation to explore the eternal through philosophical thought and the art of dance.

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