Damiano Fina
“Battiamo il cinque con i morti, abbracciati dall’eternità. Danziamo, come statue, in attesa. Oltre la notte, è da sempre giorno!”
“Battiamo il cinque con i morti, abbracciati dall’eternità. Danziamo, come statue, in attesa. Oltre la notte, è da sempre giorno!”
Ciao, sono Damiano
Il mio percorso è iniziato nel 2004, incontrando il libro Shōbōgenzō. All’epoca non avevo idea di dove mi avrebbe portato la pratica della contemplazione. Col tempo, ho seguito il filo rosso che mi ha condotto a creare FÜYA.
In un mondo che corre sempre più veloce, credo che ci sia bisogno di fermarsi per dare un senso alle cose, senza farsi travolgere. FÜYA è un metodo per conoscere sé stessi attraverso gli esercizi di contemplazione, così come accadeva nelle prime scuole filosofiche del Mar Mediterraneo. Filosofia e danza, assieme, ci aiutano a ritrovare l’equilibrio.
Viviamo dentro, fuori e oltre la nostra pelle.
La danza nasce come esigenza profonda dell’essere umano di connettersi con qualcosa di molto più grande di sé. Qualcosa in cui trovava non solo conforto, ma anche angoscia, mistero e terrore: il sacro. Il sacro è in grado di spalancare all’umanità le grandi domande che ne guidano il sentiero. Da qui cominciano gli esercizi di contemplazione. Oggi, ai tempi della tecnica, siamo veloci, sempre più veloci. Dov’è la danza? Come afferma Nietzsche: “I danzatori sono dei pazzi per chi non sente la musica”. FÜYA apre uno spazio e un tempo per fermarsi e dare un senso alla nostra esistenza. Il metodo si focalizza sulla contemplazione dentro, fuori e oltre la nostra cornice corporea.
“Lettere a mia mamma” ascolta il mio podcast.
Per anni ho danzato la morte, tramite la danza butō, ma l’esperienza del lutto ha illuminato con una luce diversa ogni mio gesto. Di fronte al dolore è emersa la necessità di trovare una risposta a domande a cui non non avevo mai tentato di rispondere. Due cose sono certe ai nostri occhi: nasciamo e moriamo. E questo destino appare incontrovertibile. Eppure, se andiamo alla radice di queste parole (destino, incontrovertibile, errore, apparire) arriveremo a mettere in discussione quella certezza iniziale per cui siamo soliti dare per scontato il significato di nascere e morire. Gli antichi parlavano di meditatio mortis ed è un percorso che ho approfondito grazie alla filosofia.
“Lettere a mia mamma” ascolta il mio podcast.
Per anni ho danzato la morte, tramite la danza butō, ma l’esperienza del lutto ha illuminato con una luce diversa ogni mio gesto. Di fronte al dolore è emersa la necessità di trovare una risposta a domande a cui non non avevo mai tentato di rispondere. Due cose sono certe ai nostri occhi: nasciamo e moriamo. E questo destino appare incontrovertibile. Eppure, se andiamo alla radice di queste parole (destino, incontrovertibile, errore, apparire) arriveremo a mettere in discussione quella certezza iniziale per cui siamo soliti dare per scontato il significato di nascere e morire. Gli antichi parlavano di meditatio mortis ed è un percorso che approfondito grazie alla filosofia.
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Lo scopo del metodo FÜYA è ristabilire un punto di equilibrio con il mondo. Il successo di questo progetto sta nel modo in cui può cambiare positivamente il modo in cui viviamo la nostra vita.